La Storia del restauro
Viene siglato un accordo di programma tra la Regione Veneto, il Ministero per i Beni Culturali e Architettonici e la Parrocchia di Villanova per finanziare con 800.000 euro il restauro ed il recupero della chiesa.
Il Ministero aveva già stanziato 100 milioni delle vecchie lire per le indagini preliminari e nel 2003 aggiunge altri 200.000 euro per i lavori di messa in sicurezza dell’edificio.
Demolizione del muro di tamponamento che chiude l’arco del transetto demolito.
Estate 2006: restauro delle murature esterne, ricoperte con nuovi intonaci; restauro dei marmorini e degli stucchi dei soffitti fino alla cornice che li delimita dalle pareti; restauro degli affreschi del soffitto del presbiterio.
Terminati i fondi, la Sovrintendenza, che aveva promesso la chiesa agibile e funzionante, praticamente chiude in cantiere.
Restavano da fare:
- il recupero ed il restauro delle superfici a marmorino delle pareti;
- la sistemazione ed il consolidamento degli altari esistenti e di quanto rimasto di quelli trasferiti nella chiesa nuova;
- la ricollocazione della balaustra del presbiterio;
- il recupero della sagrestia;
- il completamento dell’impianto di riscaldamento con la costruzione della centrale termica e la fornitura della relativa caldaia;
- l’impianto elettrico, di illuminazione, di amplificazione e audiovisivo;
- il consolidamento e il restauro del coro sopra l’ingresso;
- la predisposizione e posa in opera dei serramenti;
- la sistemazione delle aree esterne.
In occasione della sagra del 2012, sabato pomeriggio 1 e domenica 2 settembre, al mattino e al pomeriggio, la chiesa è stata aperta al pubblico con visite guidate; pannelli illustrativi spiegavano i punti salienti dell’interno. Con l’occasione fu recuperata anche la grande e antica vasca del fonte battesimale.
L’iniziativa è stata molto apprezzata e nel quadernone per le firme ed i commenti appaiono ben 413 firme!
Ancora un paio d’anni ed ecco la novità: la Giunta Regionale, con delibera del 3 novembre 2014 indice un bando che sembra fatto apposta per la nostra parrocchia e la nostra pieve! È una occasione da non perdere e la parrocchia non la perse, il 20 dicembre 2014 presentava la domanda con il relativo progetto esecutivo di restauro a firma dell’ing. Valter Libralon e dell’arch. Simone Perviero!
Nel Bollettini Ufficiale della Regione Veneto del 30 aprile 2015 veniva pubblicata la graduatoria dei soggetti ammessi a contributo e la nostra parrocchia otteneva un finanziamento a fondo perduto di € 455.000 su un progetto, su un progetto di € 650.000.
I lavori previsti erano i seguenti:
- risanamento delle murature dall’umidità di risalita;
- restauro degli intonaci interni;
- restauro e/o ricomposizione stilistica degli altari con recupero dei pezzi marmorei precedentemente smontati e ricomposizione stilistica “minimale” di quelli non più recuperabili poiché trasferiti nella nuova chiesa;
- restauro o sostituzione di infissi in legno e dei serramenti ad arco e relativa inferriata;
- restauro della cantoria sopra l’ingresso principale, del pulpito a sbalzo e del capocielo;
- conservazione dei reperti storici e archeologici rinvenuti;
- completamento dell’impianto di riscaldamento con installazione di una caldaia da collegare all’impianto di riscaldamento a pavimento radiante esistente e ventilconvettori;
- realizzazione dell’impianto elettrico per l’illuminazione interna e la fornitura di forza motrice;
- realizzazione dell’impianto video e fonico;
- componenti di finitura e arredamento (poltroncine mobili e tavolo mobile da conferenze nel presbiterio.
Il 28 febbraio 2016 è stata firmata una convenzione tra il Comune di Villanova di Camposampiero e la Parrocchia di Villanova in base alla quale, contro un corrispettivo di € 50.000 il Comune potrà usare gratuitamente la Pieve per un periodo di 20 anni, prorogabili, alla scadenza, per altri 10, per un massimo di 12 eventi all’anno.
Il 1° marzo 2016 cominciarono i lavori che ora sono quasi terminati.
Nel corso dei lavori, per il risanamento delle murature dall’umidità si è ricorsi alla tecnologia a neutralizzazione di carica che non è assolutamente invasiva e che è stata indicata come la preferita dalla Sovrintendenza perché sperimentata con successo in monumenti come Palazzo Te a Mantova.
Per il riscaldamento si è ricorsi al metodo geotermico con pompa di calore per garantire una temperatura minima costante in tutta la chiesa.